Tutela della DOP, controlli e supporto
Con l’approvazione da parte degli organismi competenti della DOP è iniziata l’azione di verifica e controllo del rispetto delle norme poste a sua tutela. Un ruolo fondamentale viene svolto appunto dal Consorzio di Tutela attraverso i propri organi e le strutture tecniche ad esso collegate.
Gli aspetti principali di questa azione di controllo per evitare un uso non appropriato del termine “Cinta Senese” o similari sono l’autorizzazione delle etichette e il potere di vigilanza. Ma il Consorzio si occupa anche di supporto agli allevatori
Autorizzazione delle etichette
Le etichette apposte sulla carne fresca e sulle altre parti riportano il nome “Cinta Senese DOP”: quando i prodotti sono destinati al consumatore finale recano un contrassegno inviolabile, cioè un sigillo bianco per la carne fresca e rosso per elaborati e trasformati, in cui compare un codice che assicura la tracciabilità del prodotto;
Potere di vigilanza
Il potere di vigilanza è “erga omnes”, cioè esercitabile (tramite un agente vigilatore) nei confronti qualunque operatore che usi il nome “Cinta Senese DOP”, il quale in caso di utilizzo scorretto può subire sanzioni pecuniarie anche di notevole importo
Prospettive di supporto per gli allevatori
L’allevamento di questa razza peculiare rientra negli obiettivi strategici del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Toscana, obiettivi così individuati: stimolare la competitività del settore agricolo; garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima; realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresi la creazione e il mantenimento di posti di lavoro. Come previsto appunto nel Regolamento UE 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio.
E’ per questo che la Regione Toscana si sta mostrando molto sensibile verso le esigenze della Cinta Senese, prospettando nuove forme di sostegno dell’attività di allevamento di questa razza.
Per l’assistenza tecnica sono stati fatti passi avanti proprio di recente attraverso la disponibilità e l’esperienza veterinaria di un componente del consiglio del Consorzio di Tutela e la collaborazione della Asl.
A livello europeo ci si sta muovendo attraverso la Feserpae, associazione che riunisce i produttori di suini neri del nostro continente, di cui dal 2018 il Consorzio fa parte e proprio di recente ne ha assunto la vicepresidenza. L’obiettivo è di ottenere una maggiore attenzione da parte dell’Unione Europea per questo particolare tipo di allevamento.
In Italia, in una riunione a Bologna tra i rappresentanti degli allevatori delle sei razze autoctone ancora rimaste in Italia, sono nate le premesse per il varo di una qualche forma di coordinamento per far sentire più forte la propria voce nei confronti delle istituzioni.
Il Consorzio è inoltre disponibile a fare da tramite tra chi voglia avviare un allevamento ma non dispone di un terreno ed eventuali aziende agricole che vogliano mettere a disposizione alcune aree non sfruttate. Un altro aiuto in questo senso può venire consultando nel sito dell’Ismea (dove si trovano anche eventuali possibilità di finanziamento per il settore agricolo) la sezione “Banca nazionale delle terre agricole” facilmente consultabile per verificare la disponibilità di terreni secondo tipologia e zona.